:: Monday, September 27, 2004 ::
NEW WRITING: Sculture Palmari Adriatiche BY: Francesca De Nicolò Mauro Ceolin, artista milanese, interessato da anni alla net. Art ( che è stata quella dei pionieri e che adesso sta modificandosi) e alla web art alla videoanimazione, al videogioco, alla pittura, e che non disdegna Flash, e alle varie e miriadi di infestazioni in atto nel sentire contemporaneo è stato e sarà sino alla fine del settembre alla Biennale d'arte Adriatica Arti nuove, invitato da Nina Vagic, con una scultura palmare dal titolo > Palmare RGBtw.city . Il lavoro in questione è il primo di una serie di sculture nella quali Ceolin mi dice che riciclerà le nuove tecnologie, “svuotandole del loro contesto e inserendovi rappresentazioni del contemporaneo”. Per RGBtw.city mi dice ancora “ ho scelto di far convivre sullo stesso skyline tre profili di tre città lontane geopoliticamente fra loro (Chicago, Dedtroit e Bagdad) dando luogo ad un'animazione su palmare “. Una scultura palmare, quella che Ceolin propone che è ovviamente una scultura tecnologica identificabile quale un’ estroflessione elettronica, nella quale cita come spesso accade nel suo lavoro, anche i vecchi fasti dei pc anni '80 e di parte della generazione che fu lobotomizzata dall’invasione nipponica, disponendo stavolta schermi CASIO CASSIOPEA con tanto di manopolone e bottoni, nei quali immette una serie di luoghi metropolitani diventati una una videoanimazione fantastica che cita ancora il mondo da cartone giapponese caro d'altronde a Ceolin com'è noto. E' un paesaggio “possibile?” quello proposto, dove avviene ed è realmente possibile come in un video gioco fondere i vari orizzonti delineando una ricerca di sfondamento del piano rete verso il reale. E così vediamo insieme cupole arabe di moschee che si allineano ad alberi e grattacieli americani. Il tutto crea un continuo, dove il reale è quindi attraversato dalla macchina crea una definitiva osmosi tra oriente e occidente, in una sequenza ripetitiva, minimale dove non c'è spazio per alcuna figura umana o inumana come spesso invece accade nei lavori di Ceolin. Ceolin così continua a perlustrare e a testare le sue continue citazioni, variazioni succhiate ovunque e selezionate sempre quali fantomatiche icone da fabbrica della Società dei consumi. Contemporaneamente si è esposto anche al Trevi Art Museum in Armory a cura di Luca Beatrice e Laura Carcano, dal 17 luglio al 17 settembre 2004. E sarà a Brescia per la personale a Brescia da Fabio Paris (13 novembre) e sarà presente con googleBattle alla SESI Gallery di San Paulo in Brasile per la mostra File2004 sezione FileGame. Google battle è invece un software dove il fruitore è inviato a lottare contro i vari motori di ricerca per salvare google dall'attacco di yahoo e altavista, facendo il verso a altri video giochi stile anni '80 tipo space invaders, dove Ceolin ha immesso come sottofondo brani tratti da Akira film cult giapponese nel quale il protagonista è infine destinato alla metamorfosi data ancora dal contatto con il sublime tecnologico. Didascalie immagini 1. Mauro Ceolin, RGBtw.city, disegno di partenza per l’animazione, 2004, © Mauro Ceolin. 2. Mauro Ceolin, RGBtw.city Animazione vettoriale su palmare casio, 2004 (Courtesy Biennale Adriatica Arti Nuove ) ORIGINAL POST: Friday, September 24, 2004 BY: Garrett Lynch The Yes Men, A Documentary Remember the parody websites, gwbush.com and gatt.org (now 'legally' claimed by the W.T.O.), set up a few years ago? No? Well if you missed them they were set up by self-styled anti-corporate activist-pranksters The Yes Men who use the internet and peoples (mis)trust in the validity of domain names to influence and subvert. Think of them as Jackass with conscience, social / political / moral and probably every other type you can think of. Essentially The Yes Men set up websites with domain names very similar to the real websites of global corporations / organisations. The domain name might simply have another extension, a .org instead of a .com, or the domain name itself is very similar to the real organisation's name, G.A.T.T. became interchangable with W.T.O. for example. Everything is set up as you would expect on these 'official' websites. Correct colours and layout, priority over information, communication and accessibility rather than design. Functional, corporate and carefully branded The Yes Men build their 'organisations' image and then wait to see what happens. The results often include emails from duped government representatives or better still invites to speak / moderate panels at events which they "set out to shock their unwitting audiences with darkly comic satires on global free trade". The good news here is that thanks to the likes of Michael Moore, Morgan Spurlock and Mark Thomas (on English television), there is a growing space for this sort of social comment in documentary / comedy form on the big screen and television so The Yes Men have made a movie to hit screens in America (initially in New York and Los Angeles) on September 24. Is it net.art I hear you cry? Well when you consider the extremely close connections of art and activism with the likes of RTMark and etoy then yes, The Yes Men would seem to be fit right into this category of net.art / activism. For those of you who followed the release of Michael Moore's recent movie Fahrenheit 9/11 and Morgan Spurlock' Supersize Me, The Yes Men A Documentary, already with a list of awards and nominations under its arm, is sure to be well worth a watch. |