Inaugurazione
Venerdì 26
Marzo 04, dalle ore 18.30
dal 26/03 al 10/04
47thFloor è lieta di invitarvi all'inaugurazione dell'esposizione
dell'artista Wladimir Vinciguerra, presso la libreria 47thFloor, in via
di Santa Maria Maggiore 127, a ROMA.
Durante la Vernice, gli spettatori saranno direttamente coinvolti
dall'artista e dai suoi collaboratori per dare vita ad una "fetish_live_performance",
durante la quale verranno effettuate riprese video e scatti fotografici,
che diventeranno parte delle nuove opere dell'artista.
IL FETICCIO DEL TACCO A SPILLO
Cos’è che ci attrae quando guardiamo una donna?
I suoi tacchi a spillo, la sua minigonna vertiginosa, i suoi occhi
ammiccanti e le sue labbra umide di glitter; inutile non ammetterlo.
Tutto ciò fa parte del pianeta venusiano di Vinciguerra con la sua
piacevole e titillante apparenza succhiata ovunque in una sovrapposizione
di citazioni. Nel Pianeta in questione c’è un confine da indagare,
in perfetto allineamento con un’avventura spaziale di tutto rispetto:
quello del corpo femminile con i suoi crismi e controcrismi. Un corpo che
disseminato nella rete è sconfinato e finalmente scaricabile e clonabile
da infiniti siti porno e di moda, ai quali Vinciguerra ovviamente attinge.
Siti dove il corpo è immerso nel vestito/feticcio che fa esistere
la donna vittima e domina.
La risultante di questo esperimento da laboratorio, dato
da milioni di innesti, è una nuova eroina che risponde al nome di Venusia, divinità extraterrestre
uscita da un fumetto che alterando la sua identità diventa lussuriosa.
A dire di Vinciguerra solo così oggigiorno, contaminati dalla società dello
spettacolo possiamo esserne stregati e finalmente venerarla. Donna- femminea
che per esserci oggi e per suscitare reazioni nel torpore metropolitano
deve essere estrema e trasformarsi in una novella amazzone incrocio tra
Barbarella e Gold finger.
Vinciguerra a tal proposito ci presenta per 47 th Floor le sue sexy
dame da night club che strizzando l’occhio alla grafica anni sessanta,
sono le protagoniste indiscusse del Pornouveau, paradiso magico e visionario
con il quale l’autore intende gioiosamente rivitalizzare i sensi
dei benpensanti maschietti.
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Così prima
punta i riflettori sul vestito feticcio e poi sul corpo e con una sinistra
risata uccide la stereotipata donna vogliosa e alla moda, la iberna
come un pezzo di carne da catalogare in obitorio, per poi resuscitarla
quale Venusia.
Eccole le sovraeccitate venusiane, probabili fidanzate di Goldrake,
citazione giapponese stavolta anni ’80: tank girls (ragazze serbatoio) allineate
come ballerine di fila con i loro minivestiti e pronte ad esibirsi, enigmatiche
e sanguinolente sadomaso, ghiotte Orkidee e gatte dai lunghi guanti neri sdraiate
sui tetti delle macchine che scottano.
Se virtualmente clicchiamo sulle immagini delle nostre beniamine, scopriamo
che c’è dell’altro; strillano vendetta immesse in
un montaggio ennesima citazione/contrasto. Loro, infatti, non a caso
accerchiano un carro
armato inneggiando al fate l’amore non la guerra, sono sdraiate
tra palazzi e scontri metropolitani e ancora sono languide apparizioni
nel
traffico abbrutente di un tamponamento a catena alla Crash di Cronenberg.
Ma c’è anche
un altro strappo messo in atto nella nota e navigata società dei
consumi, dove la moda è fatta di lustrini, boa stivali di latex
e modelle nordeuropee. Le Valchirie dominatrici del sesso ridicolizzano
l’altro-uomo e quali
potenti vampire spaziali allargano le gambe illuminando la via della rivelazione,doppie
e conturbanti. E ancora quali principesse della vernice denudano l’ambiguità dell’altro,
che affascinato e inibito dalla provocazione né è vittima.
Nel video Points of view, scrutati altri strappi con morbosità da
guardone. Qui l’eroina è, seguendo la moda di turno, un’orientale
che sdraiata alla Goya ammicca dal suo divano con un corollario di crittogrammi
glamour ed esotici. Così sinuosa, può essere scrutata seppure
purtroppo non ne conosceremo mai la nudità totale mentre contemporaneamente
s’indaga l’economia planetaria fattrice in nome della pace di
guerre che sgorgano sangue e petrolio. Vinciguerra infatti ci domanda qual’è il
nostro punto di vista, cosa è giusto e cosa no e se ci sentiamo pacifisti.
E sagacemente ci stordisce con un’orgia di inquadrature che vanno dall’occhio
a mandorla, alle bianche mutandine, al sandalo: ennesimo feticcio con tacco
a spillo.
Il tutto è ovviamente accompagnato da musica lounge.
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